
Vieni a guidare a Palermo: un esilarante spot di Roberto Lipari sintetizza in maniera estrema, alcune errate consuetudini locali. Uno dei problemi delle grosse città è la gestione della viabilità e del traffico. Lo sappiamo bene, in materia di senso civico i palermitani sono i number one, non ci batte nessuno.
Vieni a guidare a Palermo, lo spot di Roberto Lipari
E’ un video che ti terrà incollato…al sedile dell’auto. Tra le tante gag postate dal comico siciliano, imperdibile è un breve spot che analizza le possibili interpretazioni e comportamenti alla guida.
Il “Vieni a guidare a Palermo” è un invito per tutti gli automobilisti, a constatare le sane abitudini del cittadino medio, in barba a codici o sani principi. Non ci sono regole, se non la libera interpretazione.
E’ il caso dei segnali stradali, per molti considerati soltanto dei scomodi cartelli messi lì per caso, senza valore alcuno.
La precedenza è sicuramente il meno rispettato. Nell’inconscio collettivo, viene decodificata come uno strano gesto di cortesia praticato soltanto dai meno esperti o furbi. Per spiegare meglio il concetto, ipotizziamo d’immaginare un parallelismo con il calcio. In tema di fuorigioco, vale il principio, “nel dubbio, non alzare la bandierina“. Invece al volante “nel dubbio, passa tu per primo“.
Un altro caso, è il cambiare repentinamente atteggiamento o acquisire un improvviso senso civico, alla visione di un responsabile delle forze dell’ordine, dialetticamente definito “sbirro“. E’ una figura ben poco amata dai nostri automobilisti, spesso causa di diverbi e spiacevoli incomprensioni, vero oggetto di sudditanza psicologica.
Aspetto ben diverso è legato alle condizioni della rete stradale. Non fare il preciso, ovvero il “pillicuso” e non criticare la qualità del manto, potresti apparire pignolo o un rompi… ops. Le strade di Palermo sono così per natura, ancora non l’avevi capito? Le buche sono realizzate di proposito, altrimenti come potremmo allenarci per i rally urbani?
E quando piove cosa succede? Nulla di più semplice, molti tratti si trasformano in lagune o fiumi in piena, location ideali per praticare sport acquatici o per spostarsi ad emissioni zero. Non preoccuparti, è tutto calcolato, è la miglior occasione per tirar fuori anche in inverno, il tanto amato canotto.
Una nota di merito è da dedicare al posteggio. Alle tanto discusse strisce blu, forzosamente imposte tra i vicoli dei vari quartieri, il palermitano risponde con la doppia o la tripla fila. Il ragionamento è chiaro, il vicino può attendere, non c’è fretta.
Non a caso, l’obiettivo primario è lasciare l’auto dinanzi il portone di casa e quando non è possibile, in soccorso interviene un vero professionista. E’ il posteggiatore di turno, un lavoratore a tempo pieno, rigorosamente abusivo, che per concederti un posto libero, ti inviterà a suo modo, ad offrirgli un caffè. La domanda sorge spontanea, ma al giorno quanti caffè potrebbe bere? Ma tutti questi caffè non fanno male? Forse è questa la causa per cui spesso sono così nervosi?
Un’abitudine consolidata è l’uso del clacson. Al minimo incolonnamento o ritardo al semaforo, il palermitano è sempre pronto a pigiarlo. Simpaticamente vuole essere un invito a sbrigarti e non perdere utili secondi. E’ anche uno strumento di comunicazione. Esistono differenti modi di suonarlo. Una maggiore intensità, potrebbe voler esprimere un’eccessiva ilarità nei confronti del mal capitato a fianco.
Questi ed altri ancora, sono possibili scenari di vita quotidiana. Per fortuna non siamo tutti così. Palermo è una città da vivere 365 giorno all’anno.
Dove non trovare traffico in Sicilia
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