Vito Colomba è il regista e sceneggiatore di “Quattro Carogne a Malopasso“, film western ambientato nelle campagne trapanesi alla fine degli anni 80′. Le sue gesta sono divenute celebri grazie al programma satirico “Mai Dire TV” in onda sulle reti Mediaset, precursore del più titolato “Mai Dire Gol“.
Sono gli anni d’oro della tv trash e sotto i riflettori, balzano alla luce personaggi del calibro di Jessy Malò, un avvenente ballerino catanese, reso famoso per il passo della pelvica e l’imitazione di Michael Jackson in Moonwalker.
Non meno grottesche sono le strampalate interpretazioni di artisti fino ad allora sconosciuti, quali Donato Mitola, Lorenz, Gino (il nuovo Jovanotti), senza tralasciare i tanti spunti offerti dalla “Telenovela Piemontese“.
Praticamente indimenticabili. Veri cult del tubo catodico entrati di diritto nella storia televisiva popolare. Fenomeni maldestramente improvvisati, imprigionati all’interno di piccoli schermi locali ed alla ricerca di una ribalta nazionale.
Per gli amanti del genere, rimangono indelebili i tanti sketch ironicamente commentati dalla Gialappa’s Band. Miti esilaranti riesumati da nastri magnetici e recentemente riportati in vita grazie al canali social e Youtube.
Le loro peripezie hanno segnato un pezzo della mia adolescenza, al punto da non perdere nessuna puntata. Come definire questo varietà? Un programma per veri fessi!
In questo glorioso parterre si inserisce il cavatore custonacese, idolo del terribile trio satirico, in grado di regalare assolute perle di saggezza e forbite spiegazioni in ambito cinematografico.
Vito Colomba è il primo a credere nelle potenzialità del territorio ed a traslare l’affascinante mondo del cinema lungo la provincia di Trapani, addirittura precedendo “La Piovra” di Damiano Damiani.
Rimangono scolpite le rivedenti lezioni di regia ed una produzione faticosamente realizzata in un decennio con mezzi di fortuna. Un’impresa epica, avvalorata da numerosi problemi di natura tecnica legati all’audio ed al doppiaggio.
Imperdibili sono i consigli relativi al finanziamento di un film, l’alimentazione ed il look del regista. Non mancano brillanti delucidazioni su come cadere da cavallo o tutte le tecniche per creare l’effetto pioggia. “Il cinema è tutto un trucco“.
Vito Colomba idolo della Gialappa’s Band al via un nuovo film a Custonaci
Quattro Carogne a Malopasso nasce sulle orme dei film di Sergio Leone e dei western americani. Un capolavoro amatoriale, frutto della creativa ostinazione del giovane Vito Colomba. Un siciliano dall’aria da cowboy animato dalla forte passione per la macchina da cinepresa.
Erano gli anni in cui si affacciavano le prime tv private, dove alle idee ed i buoni propositi, facevano da contraltare le scarse risorse economiche.
Nulla in grado di scoraggiare una banda di rabberciati attori, al punto da creare un vero saloon dove ambientare una parte delle riprese. Niente era lasciato al caso. Costumi da scena ed arredi disegnati sui cartoni, trasformarono il paese in una piccola contea.
Un piccolo sogno, uno sforzo inseguito per parecchio tempo, combinando la disponibilità della gente comune e l’assenza di adeguate attrezzature.
A risaltare è la scelta delle location. Contesti di selvaggia campagna siciliana ancora oggi ricordano gli aridi suoli d’oltre oceano. A suggellare un’atmosfera da vecchio western, compaiono i volti scavati e gli zigomi pronunciati delle varie comparse.
I bizzarri dialoghi goffamente pronunciati si intersecano con la tragicomica trama e le musiche di sottofondo.
Il protagonista Bill(e) Nelson è vittima di malefatte e prevaricazioni sociali che lo costringono ad una triste fuga dalla sua terra.
Insieme alla classica storia d’amore, traspare un velato attacco alla mafia ed all’efferato potere ad esso collegato. Un desiderio incompiuto che si scontra con una forza costituita e la sottile omertà della ristretta comunità.
Un capolavoro del nulla. Un salto nel vuoto caduto presto nel dimenticatoio.
Nel video sono riportati alcuni dei stralci più esilaranti trasmessi dall’emittente locale RTC, ripresi con cinica malizia dalla Giallappa.
Il frangente che mi è sempre rimasto in mente, riguarda una battuta tra lo sceriffo Hoara e la figlia “Non sono fatti tuoi, vattene a lavare i piatti“. Giù il cappello!
Per comprendere meglio l’intento di Vito Colomba è importante menzionare il contributo fornito dal servizio “Ritorno a Malopasso” che ripercorre le tappe d’avvicinamento ed i suoi personaggi storici.
In proposito voglio spendere una nota per il compianto Giovanni Bivona, conosciuto come il “Maestro di Vita“, un folcloristico barbiere, vero rappresentate del trash siciliano, in passato candidato a sindaco di Agrigento.
L’inatteso ritorno
Sono trascorsi quasi quarant’anni dal tentativo di sbarcare il lunario. Ancora in tempo per riprovarci. E’ l’ultima sfida del bistrattato regista, pronto per un altro ciak insieme a Rosario Neri. Il titolo sarà “Colomba Legend“, un western ambientato nell’immaginaria “Custon City“. Durante questi giorni sono in corso i cast.
Cos’altro aggiungere? Evviva il trash, evviva i Gialappi, evviva Vito Colomba a cui dedico questo post ed abbraccio calorosamente.
Merita un plauso per l’impegno e la voglia d’inseguire il progetto di una vita. E’ vero, “anche un regista deve sognare“.
La località
Custonaci è un piccolo comune ubicato alle porte di San Vito lo Capo, distante circa 20 minuti da Scopello. Il paese già set di “My Name is Tanino“, è celebre per la presenza delle cave da cui si estrae il marmo. Inoltre si segnala per la splendida Riserva di Monte Cofano, all’interno della quale, presso la Grotta Mangiapane di celebra un caratteristico presepe vivente.
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